Roll Up

La creatività è il solo modo praticabile per allargare progressivamente le maglie del proibizionismo, fino ad abbatterle.

Nessuna rivoluzione nasce da una o più teste atrofizzate; attivarne il risveglio, tramite una serie di stimoli di cui farsi recettore e propagatore, diventa la priorità quando si è in possesso degli strumenti per saperlo fare. È questo il caso; qui, l'involucro fa davvero la differenza. Quando diventa portatore e generatore di curiosità, conoscenza e autentica passione, veicolo per nuove forme d'arte, finestra spalancata verso infiniti altri mondi, è allora che l'involucro diventa più importante del prodotto che contiene. Diventa esso stesso il contenuto (quello che conta, almeno).

Non ha senso ci sia offerta dove non esiste domanda. Quando la domanda c'è, allora si crea un mercato; ovunque esista un mercato, la differenza sta tutta nel come viene trattata la merce. Il consumo di un bene – di qualsiasi bene – non è soltanto sinonimo di compulsione, reiterazione e cervello in standby; sa essere anche consapevole, attivo ed attento. È questo lo spaziotempo in cui Rollup nasce, cresce e si muove. Dal 1995 in avanti, con sosta fisiologica in attesa che si ricreassero le condizioni; riparte oggi che i tempi sono propizi.

Collaborazione è la parola chiave. Senza la rete di artisti coinvolti, da ogni parte, di ogni estrazione (dalle gallerie d'arte allo scantinato, dai vagoni di treni dipinti nottetempo ai palchi di festival che ora sono standard europei), Rollup non esisterebbe ora, non sarebbe mai esistito.

Forse siamo stati i primi, di certo non saremo gli ultimi.